Vi
capita mai di sentirvi completamente e irrimediabilmente svuotati di
ogni prospettiva?
Di
guardare indietro, ma non troppo lontano, e vedere che una certa
situazione è cambiata, peggiorando.. ed avere la sensazione di
sbigottimento, perché in realtà ancora non avete ben capito come
possa essere successo.. come abbiate potuto ritrovarvi lì, proprio
dove siete adesso?
Credo
che ognuno di noi, per motivi diversi e con reazioni decisamente
personali, incorra in una sensazione del genere.
Pensate
a un matrimonio fallito, ad un ostacolo più grande che vi ha fatto
cambiare strada, ad una perdita.. insomma, pensate ad un cambiamento
bello grosso e abbastanza improvviso.
Uno
di quelli che vi fa letteralmente tremare la terra sotto i piedi.
Questa piccola e insulsa storia inizia proprio così.
La
mia prima reazione, è stata entrare in una ricevitoria e comprare un
Gratta e Vinci.
Vi
chiederete: dov'è la novità?
Nel
nostro paese nel 2016 si sono spesi 95 Miliardi di Euro per il gioco.
Se
aggiungiamo
50 Miliardi di Euro che lo Stato stanzia ogni anno come fondo per la
cura delle persone che cadono nella trappola del
gioco,
la somma raggiunta diventa di 145 Miliardi.
Per
capire appieno l'importanza della cifra, bisogna tener presente che
in Italia spendiamo in media 130 Miliardi di Euro all’anno per
mangiare…
Ho
voluto esagerare ed
ho calcolato che la
somma spesa per il gioco, divisa per 60 milioni di Italiani fa:
2,400€ procapite.
...
Al
di là del paradosso di uno Stato che vende ai suoi cittadini, a
carissimo prezzo, una pura e mera illusione, mi sono chiesta: da dove
si inizia?
Qual
è l’esatto momento in cui una persona comincia a giocare alle Slot
Machine, a scommettere o a “grattare” biglietto dopo biglietto?
Così,
in un momento di grave sconforto, ho
comprato un Gratta e Vinci, ma non l’ho “grattato”.
Vi
capita mai di dovervi mettere alla prova?
Sono
tornata a casa, ho
preso il biglietto del Nuovo Miliardario,
l’ho appoggiato sulla mia scrivania, accanto al computer che tutti
i giorni utilizzo per lavorare, per capire,
per sopravvivere, per cercare
di migliorare la mia vita.
Lavorando,
con impegno, buona volontà, dedizione, coraggio, come
tantissime persone, come sempre.
Rialzandomi,
studiando, informandomi, inventando e credendo ancora nelle cose
vere, genuine.. nonostante tutto.
Quel
biglietto è lì, come simbolo della Fortuna lampo in cui non credo,
dell’offuscamento mediatico a cui tutti siamo sottoposti, di una
Felicità surreale e ballerina, di una Pigrizia intellettuale che
impedisce di prendersi il tempo che occorre per raggiungere obiettivi
reali, nel lavoro come nella vita.
Forse
non avevo bisogno di comprarlo… ma è un po’ come una tentazione
a cui dover resistere, perché infondo, razionalmente, si capisce che
non è una reale necessità.
Guardo
il mio Gratta e Vinci e sorrido, perché non serve a nessuno.
Perché
ce la possiamo fare benissimo da soli, tutti.